La legge del tutto o nulla.
chirurgia orale endodonzia implantologia odontoiatria prevenzione protesi May 10, 2016
La legge del tutto o del nulla è una legge che riguarda gli stimoli nervosi. Ovverosia o uno stimolo è tale da raggiungere il livello di soglia (cioè il potenziale d’azione di +45 mV) o non darà luogo ad alcun impulso. Se lo stimolo è sufficiente ad originare una depolarizzazione (cioè raggiunge il livello di soglia) dà origine ad un impulso di ampiezza costante (cioè il potenziale d’azione) che è indipendente dall’intensità dello stimolo. Il valore (intensità) del potenziale d’azione (impulso) suscitato è indipendente dalla forza dello stimolo eccitante.
Uno stimolo al disotto della soglia non suscita alcun potenziale d’azione; uno stimolo ad un valore maggiore o uguale alla soglia di depolarizzazione, suscita un potenziale d’azione (impulso nervoso) di valore fisso, costante per quel tipo di neurone. Questa proprietà viene detta legge del tutto o nulla.
Questa legge che a volte vale per la fisica e la chimica, ci dice che una reazione avviene o non avviene. Pensa alla mescola di olio e acqua o ad altre situazioni analoghe. In medicina e più particolarmente in odontoiatria questa legge non è universalmente valida.
Ti faccio un esempio: se facessi dei compositi senza diga e di conseguenza si staccassero tutti, sarebbe evidente che l’utilizzo della diga è necessario. Ciò è valido anche per le terapie endodontiche. Avrai visto terapie fatte senza diga e con aspetti radiologici assurdi (un solo canale su tre trattato) e nessun sintomo conseguente. Questo potrebbe indurti a pensare che la diga di gomma non serva a nulla.
In realtà tali situazioni devono essere considerate non dall’operatore stesso che a volte asserisce “faccio così da 20 anni e non ho dei problemi”. Il controllo della bontà di un protocollo di lavoro deve essere considerato con delle tecniche apposite che sono complesse e vanno sotto il nome di RCT (Randomized Control Trial).
Un’altro aspetto del controllo del successo di una terapia (o di un metodo terapeutico) richiede il controllo a “doppio cieco”.
Vuol dire che l’operatore che esegue la terapia e l’osservatore del risultato devono essere persone diverse e l’osservatore non deve sapere chi è l’operatore né quale tecnica (fra le due in esame) è stata utilizzata in quello specifico caso. Così è possibile giudicare la bontà di una tecnica terapeutica.
È ovvio che se le tecniche confrontate non sono una accettabile e l’altra assurda, le differenze di risultato saranno non così evidenti. Lo può essere nel caso dei tests eseguiti sui farmaci in cui uno dei gruppi di controllo è stato trattato con un “placebo”. Nell’odontoiatria non è possibile fare sempre dei controlli così probanti soprattutto quando la differenza è affidata alla condizione del paziente, del tipo ho male o non ho male”.
I controlli organizzati e pubblicati sono in grado di dirti quale delle due terapie o metodi hanno un risultato migliore. Non accadrà mai che una funzioni e l’altra no. È per questo che a volte si cercano scorciatoie pensando o osservando (in modo non adeguato) che vada bene lo stesso.
Non avverrà che non funzioni per niente ma semplicemente funzionerà statisticamente meno bene. È per questo che i protocolli di lavoro devono comunque essere osservati in modo scrupoloso. Quindi usa la diga e quando fai gli impianti usa il campo sterile cioè quello più pulito possibile.