Consigli utili per la scelta della lega in protesi
chirurgia orale endodonzia implantologia odontoiatria prevenzione protesi Feb 04, 2016
Nella moderna scienza dei materiali ogni componente protesico deve essere visto e progettato sia in funzione dei propri compiti specifici sia in relazione agli altri componenti protesici con cui è in relazione, solo in questo modo è possibile ottenere un insieme unico e funzionale.
Un esempio è senz’altro la metallo-ceramica, dove la lega deve avere i requisiti generali comuni (biocompatibilità, lavorabilità proprietà meccaniche ecc.) ma anche requisiti specifici che permettano un buon legame con la ceramica (adesione, coefficiente di espansione termica, non interferenza con il colore) inoltre se la lega deve essere usata come sovrastruttura implantare deve avere anche requisiti legati all’accoppiamento con le viti in titanio (adattamento, compatibilità di tipo meccanico assenza di fenomeni di bimetallismo).
Come potete ben capire il problema è complesso e quindi in questa parte vorremmo chiarire quali sono le informazioni che clinico e tecnico devono possedere per la scelta della lega.Al di la di quelli che sono i fattori che influenzano la diffusione delle varie tipologie di leghe (proprietà, costi) per una corretta scelta dobbiamo necessariamente partire da quelle che sono le varie classificazioni.
La vecchia classificazione ADA del 1984 prevedeva due sottoclassificazioni, una in base all’uso (per ceramica, per resina per protesi rimovibili) e un’altra legata alla composizione (in termini di contenuto di metallo nobile) con riferimento alle proprietà meccaniche (carico di snervamento e allungamento percentuale).Quest’ultima che è quella maggiormente accettata e la più riportata nei vari articoli sull’argomento appare limitata da un punto di vista chimico-fisico.
Nascono così nuove suddivisioni, dove accanto alle composizioni è dato il giusto risalto alle proprietà meccaniche anche d’interesse implantologico, caratteristiche spesso influenzate anche dagli elementi minori costituenti la lega.
Quali sono quindi i dati principali e che informazioni questi ci possono dare a livello pratico.
Certamente va sottolineato che il buon risultato clinico di una ricostruzione protesica non dipende solo dai materiali utilizzati ma anche e soprattutto da una buona progettazione e una buona esecuzione tecnica.
Le qualità di una lega sono valutate sullo studio della risposta (deformazione) del materiale sottoposto a uno sforzo, e se la lega deve poter essere utilizzata anche su impianti, deve confrontare anche con caratteristiche di trasferimento del carico a un tessuto funzionale (l’osso) in continuo rimodellamento anche in funzione del carico stesso.Le caratteristiche meccaniche sono fornite dal produttore il quale attraverso provini e strumenti valuta la curva sforzo-deformazione Fig. 1.
La curva inizia con una parte lineare in cui la lega si deforma in modo elastico (reversibile) quando la forza supera il valore soglia, la deformazione diventa plastica (irreversibile). Il valore soglia è definito Carico di snervamento e per definizione è preso come lo sforzo in grado di produrre lo 0,2 % di allungamento. Quindi all’atto pratico questo dato più è alto meglio è perché rappresenta la massima forza cui può essere sottoposta quella lega senza che sia deformata in modo permanente.
Un altro dato che dobbiamo valutare è il Modulo elastico questo ci indica la rigidità della lega, e maggiore è il modulo elastico minore sarà la deformazione (flessione) elastica a parità di disegno della struttura.La rigidità è veramente importante su una struttura impiantare per quanto riguarda il trasferimento del carico all’osso (Geng. E coll. 2001) leghe con basse rigidità producono un maggior carico all’interfaccia osso-impianto.
Quindi il modulo elastico è forse uno dei parametri più importanti nella valutazione di una lega per implantoprotesi.Durezza: è stata per tanto tempo considerata una qualità importante nelle leghe. Ma essenzialmente misura solo la resistenza alla penetrazione e in qualche modo può essere correlata alla resistenza all’abrasione e all’usura, ma non è a nostro avviso un indicatore sulla bontà della lega.
Considerando le sole proprietà meccaniche potremmo quindi dire di usare leghe di tipo IV nella classificazione ADA e buona parte delle leghe per metallo-ceramica poiché hanno carico di snervamento e modulo elastico alto, caratteristiche queste obbligatorie per tali leghe poiché se flettono provocano la frattura e il distacco della ceramica. La normativa stessa impone un valore minimo di carico di snervamento di 250 Mpa.
Proprio per queste caratteristiche le prime leghe utilizzate in implantoprotesi sono state appunto quelle per metallo-ceramica, che hanno anche oltre come già detto al carico di snervamento e modulo elastico elevato un’altra caratteristica che è, la necessita di evitare deformazioni durante i trattamenti termici e la fase di cottura dellla ceramica, questo impone l’assenza di Rame che in alcuni sistemi in abbinamento al Palladio riduce la cosiddetta Sag-Resistance cioè la resistenza allo scorrimento a caldo tra i cristalli . (Zervas e coll. 1999).
Per concludere quindi analizzando il problema da un punto di vista prettamente delle proprietà meccaniche, esistono materiali adeguati quali le leghe auree rigide, il titanio e le leghe vili.Classica lega per restauro in metallo ceramica ottenuta da fusione